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IL COMPROMESSO
ECONOMICO
Per un'analisi critica
della politica economica italiana
del biennio 1977/1978
- Prima Edizione
di Franco Archibugi
Edizioni Lavoro - 1979
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Siamo nel
1979. In Italia. E’ fallita l’esperienza di programmazione
economica spinta da un gruppo di economisti socialisti,
in un governo di coalizione socialista-democristiano. La programmazione economica - secondo l’A. - costituiva
la speranza di introdurre un sistema di scelte, negoziate
fra il Governo e le forze sociali, che rendesse più incisivo
il loro impatto sulla realtà, in altri termini scelte cui
corrispondesse un effettivo governo economico. L’opinione
dell’A. è infatti che la “politica economica” tradizionale,
essenzialmente di carattere “macro-economico”, con i suoi
obiettivi assolutamente generici e formali (occupazione,
prodotto, deficit pubblico, commercio estero, liquidità,
tassi di sconto, etc) non è altro che un paravento per nascondere
la pratica incapacità dei governi di incidere sull’andamento
delle cose, salvo che nel favorire le scelte dei potentati
economici, che nel bene e nel male riescono ad ottenere
solo quanto a loro accomoda. Dopo il fallimento della programmazione
economica, che richiedeva strumenti di analisi molto più
approfonditi sui fenomeni di produzione e di distribuzione
dei redditi e di altri livelli di soddisfazione delle preferenze
sociali e postulava una capacità cognitiva dei fenomeni
disaggregati che la politica macro-economica non era capace
di cogliere e nemmeno richiedeva, chiusa nei suoi paradigmi
insignificanti, si ebbe un riflusso “tecnico-metodologico”
favorito dal partito comunista e da un sindacato in debacle,
di una apparente sceneggiata fra cosiddette “destre” e “sinistre”
entrambe molto conservatrici: la sceneggiata si chiamò “compromesso
economico”, e ristabiliva i criteri e i valori della tradizionale,
sempre obsoleta ed inutile “politica economica”, questa
volta con l’acquiesciente avvallo delle forze politiche
di sinistra, in cerca di accrediti per nascondere i propri
pesanti scheletri nell’armadio comunista già in via di disfacimento
(ma senza alcuna coraggiosa denuncia da parte delle stesse
sinistre).
Questo libro è un
pamphlet che rappresenta l’ultimo tentativo fatto dall’A.
(pubblicato da una casa editrice “indipendente”, ma non tanto) di
denunciare le ipocrisie, le ignoranze, e gli errori anche in buona
fede, fatti con il “compromesso economico”; e gli interlocutori
privilegiati erano soprattutto i sindacalisti e gli uomini
intellettuali non facenti parte delle nomenclature (fra cui il
potere pescava nuove forze per consolidare il suo apparato
burocratico).
Il libello ebbe due
edizioni in pochi mesi, ma uno scarso ascolto fra coloro che ne
avrebbero potuto trarne dei buoni orientamenti.
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