La letteratura
urbanistica si è arricchita negli ultimi tempi di una serie
imponente di studi monografici su molte città del mondo, fra le
quali quelle “capitali”, hanno attirato, naturalmente, la maggiore
attenzione. Anche Roma è stata oggetto, forse più che le altre, di
una grande massa di studi storici e analitici, con i quali si sono
incrementate le possibilità di interpretazione dello sviluppo
urbanistico della città.
Questo libro è il
prodotto di un complesso discorso teorico sulla pianificazione e le
sue relazioni con l'analisi urbana (cui l’A. ha dedicato una
attenzione non marginale nel corso della sua vita di studioso). E -
a conclusione – dopo una vasta prospettiva critica su più di u
secolo di attività urbanistica su Roma e i suoi piani regolatori, ne
è risultata una proposta per una nuova, aggiornata strategia
territoriale per Roma.
Il libro nella sua
parte analitica e storica si è circoscritto solo a quei pochi
essenziali argomenti e caratteri connessi alle strategie di sviluppo
suggerite, o alla critica degli errori commessi dalle “urbanistiche”
del passato, o dai discorsi urbanistici che corrono.
Questo saggio
tuttavia, parlando di Roma e della sua storia e e dei suoi problemi
urbanistici, esprime anche una visione del problema urbanistico
delle grandi città, che trascende il caso di Roma, per
riguardare quello di tutta la moderna urbanistica.
INDICE
Capitolo 1.
La
peculiarità del problema urbanistico romano 1.
Il centro “storico” di Roma: ampiezza e sopravvivenza
2.
Roma: uno sviluppo “post-neoclassico”
Capitolo 2.
Una
insufficiente ed inadeguata risposta strategica al problema romano 1. L'urbanistica “umbertina”
2.
L'urbanistica “fascista”
3. L'urbanistica del dopoguerra (o “moderna”)
4.
L'urbanistica “populista” e dell'“effimero”
5
Gli ultimi dieci anni: il grande cambiamento del contesto politico
6.
I persistenti fattori di immobilismo e conservazione
dell’urbanistica romana
Capitolo 3.
Effetti
socio-economici negativi dell’assenza di strategia territoriale 1.
Dispersione eccessiva e decentramento fittizio di attività
2.
Ostacoli allo sviluppo economico-commerciale
3.
Valutazioni errate di sviluppo settoriale
4.
Il “rigurgito” della città
5.
I costi sociali dell'insediamento terziario sparso
6.
I costi socio-economici dell'inadattamento delle strutture
7.
I costi del “rigurgito” abitativo
8.
Il costo socio-economico delle “seconde case”
9.
Una disintegrazione territoriale
10. La paralisi del traffico e dell'accessibilità
11. Arretratezza di metodi gestionali e assenza di pianificazione
corrente
Capitolo 4.
Verso una nuova strategia di piano
1.
Monocentralità e policentralità
2.
Monocentrismo e policentrismo nella dinamica urbana
3.
Monocentrismo mascherato o policentrismo fittizio (ed imbelle)
Capitolo 5
La nuova strategia per Roma 1. Le “aree di utenza” dei nuovi “centri urbani”
2. La distribuzione territoriale delle aree di utenza
3. Quale decentramento di servizi nei nuovi “centri urbani”?
5. Quale strategia per il “verde urbano”?
6. Una mobilità programmata
7. Una residenzialità “metropolitana
Capitolo 6.
Alcuni strumenti indispensabili della nuova strategia 1. Una pianificazione a livello di “Sistema urbano” (metropolitano)
2. Una programmazione finanziaria, fattore di credibilità dei piani
Il nuovo Piano regolatore (2001): un piano senza strategia 1. Sintesi dei Piani regolatori del passato
2. Il più recente dibattito sulla nuova pianificazione
3. Il nuovo Piano
4. Il “tipo” di Piano
5. Piano “urbanistico” (“strutturale”) e Piano “strategico”: una falsa dicotomia.
6. L'assenza di obiettivi espliciti, sistematicamente correlati
7. Obiettivi, politiche e strumenti : una inesistente consequenzialità
8. Le nuove “centralità”: una ingannevole applicazione
9. Regole e norme, anziché obiettivi
10. L'assenza di riferimento (strutturale) agli utenti del Piano.
11. L'assenza di un vero approccio integrato “uso del suolo-trasporti”
12. L'assenza di strategia territoriale adeguata e i suoi effetti sulla politica architettonica e sulla politica del “verde”.
13. Il sopravvento della micro-progettazione
14. Conclusione generale: tutto si può migliorare